Visioni coraggiose, un futuro condiviso: l’imprenditoria femminile secondo Brigitte Sardo, Presidente ConfapiD
- enactusitaly
- 22 lug
- Tempo di lettura: 7 min
Nella nostra intervista, Brigitte Sardo ci guida alla scoperta di un modo di fare impresa in cui la valorizzazione del talento femminile diventa motore di cambiamento, per un ecosistema più accessibile per tutti i talenti.

L’impresa non è solo economia: è cultura, visione, possibilità. E le donne oggi, più che mai, stanno ridefinendo i confini di questo spazio, trasformandolo in un terreno fertile per l’innovazione sociale, la sostenibilità e la crescita condivisa.
Ne è convinta Brigitte Sardo, alla guida di ConfapiD, Gruppo Nazionale delle Donne Imprenditrici di Confapi. Con lei, Fondazione Enactus Italia ha voluto approfondire il senso dell’essere leader visionarie, le sfide sistemiche che ancora ostacolano l’imprenditoria femminile e le azioni concrete che possono fare la differenza per le nuove generazioni. Perché un domani più equo si costruisce oggi, a partire da chi ha il coraggio di immaginarlo.
Brigitte, permettici di iniziare dai fondamentali: ci racconteresti la missione di ConfapiD e come si concretizza nel vostro lavoro quotidiano?
Abbiamo una storia ormai consolidata: nato 36 anni fa sotto l’egida di Giovanna Boschis, storica imprenditrice e guida illuminata nelle battaglie per l’inclusione e la parità di genere, il Gruppo ConfapiD rappresenta le imprese femminili aderenti alla Confederazione con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il ruolo delle donne imprenditrici nell’affrontare le sfide di un ambiente imprenditoriale sempre più competitivo e globale.
Come ConfapiD rafforziamo ogni giorno la nostra rappresentanza, divulgando una cultura di parità di genere e di empowerment femminile al passo coi tempi, progettando e implementando iniziative pensate su misura per le imprenditrici. Ci impegniamo costantemente nel riconoscere le eccellenze femminili presenti nel sistema Confapi e nell’accompagnarle in un percorso di crescita e consapevolezza, aiutandole a superare le barriere che spesso ostacolano il loro successo in quanto donne.
A proposito di barriere di genere nell’impresa: perché ancora oggi è necessario lavorare per abbatterle e quali sono le principali sfide che si trovano ad affrontare le giovani imprenditrici italiane?
Sia come donna imprenditrice, che come persona con incarichi istituzionali, credo fermamente che le donne abbiano un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e sociale del nostro Paese. Credo anche che possano — e debbano — essere protagoniste nei processi decisionali, assumere posizioni di leadership e guidare le aziende verso un futuro più sostenibile e inclusivo. In questo senso, la metafora del “soffitto di cristallo”, coniata dal movimento femminista per descrivere le barriere invisibili ma invalicabili che impediscono alle donne di accedere ai vertici aziendali — indipendentemente da qualifiche o risultati — deve essere definitivamente superata e per farlo è necessario riconoscere e contrastare le barriere che, appunto, ancora oggi esistono.
Le sfide che oggi le giovani imprenditrici sono chiamate ad affrontare sono molteplici: in primis quelle legate a stereotipi di genere, in quanto sono ancora chiamate a “dimostrare” di più rispetto agli uomini e spesso incontrano ostacoli anche nell’accesso ai finanziamenti per la propria attività (le donne ricevono in media meno finanziamenti degli uomini, specialmente nel venture capital).
In secondo luogo, la conciliazione di vita professionale e personale, in quanto persistono pressioni culturali e sociali che associano alle donne un ruolo più centrale nella cura della famiglia, aggravato da una mancanza di supporti strutturali come asili aziendali, orari flessibili o incentivi per la maternità imprenditoriale.
Ma anche la poca visibilità e rappresentanza nei media, panel pubblici e nei settori produttivi prevalentemente maschili.
Abbiamo fortemente bisogno di iniziare ad immaginare un nuovo pensiero, che coniughi fatti concreti, linguaggi adeguati e nuove consapevolezze. Un pensiero che sia parte integrante del futuro dell’imprenditoria femminile — non solo di quelle visionarie come me.
Quali sono i vostri obiettivi strategici per rafforzare l’imprenditoria femminile nel medio periodo?
Sappiamo bene che la piccola e media industria che Confapi rappresenta esprime anche un modello sociale e culturale, oltre che economico, basato proprio sull’appartenenza al territorio e sull’idea che lavoratori e lavoratrici siano risorse di grande valore e asset strategici nella gestione aziendale, anche in termini di welfare e opportunità di carriera.
ConfapiD richiama quindi questo modello e auspica di poter contribuire alla crescita di una cultura di impresa che consideri la diversità un valore aggiunto da remunerare in egual misura, facendosi promotrice di politiche aziendali inclusive e non discriminatorie e mantenendo alta l’attenzione ai propri dipendenti, ad ogni livello.
Consideriamo il mondo dell’imprenditoria femminile in tutte le sue sfaccettature e per questo cerchiamo di costruire collaborazioni solide con partner qualificati che operano nei campi di nostro interesse (formazione, counselling, medicina, sicurezza sui luoghi di lavoro).
Come passate all’azione? Cosa fate, concretamente?
ConfapiD sta portando avanti, ad esempio, in collaborazione con le principali associazioni operanti nel settore, un progetto sulla medicina di genere rivolto ad associazioni ed aziende, che ha come obiettivo la sensibilizzazione delle aziende per valorizzare e inserire sempre di più la medicina di genere nelle strategie e politiche aziendali in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Stiamo inoltre progettando, in partnership con la scuola di formazione di un primario istituto di credito, un programma di formazione rivolto alle nostre imprenditrici sullo sviluppo della leadership femminile e la consapevolezza dell’importanza del ruolo della donna nelle aziende.
Infine, sostenere le aziende significa anche aiutarle a cogliere le opportunità che il sistema offre in termini di contributi e premialità. Ad esempio, con la nuova certificazione di genere – che permette alle imprese di dimostrare che stanno attuando politiche di inclusione con un’attenzione ad una gestione equa delle risorse umane – stiamo facendo un grande lavoro sui territori con i nostri Sportelli di orientamento, per illustrare alle aziende le opportunità della certificazione e le risorse a cui è possibile accedere, nonché capire come beneficiarne in gare di appalti e bandi e come valorizzare l’impegno sociale dell’azienda. Anche questo viene fatto coinvolgendo una rete di esperti e tecnici qualificati che collaborano con le nostre organizzazioni.
In Enactus sappiamo quanto i giovani siano il motore del cambiamento per eccellenza, promotori di valori nuovi e di nuovi immaginari. Ci racconti il vostro impegno in questo senso?
ConfapiD cerca di diffondere capillarmente la cultura imprenditoriale partendo dalle nuove nuove generazioni. Da un lato vogliamo costruire partnership con le Università per sviluppare programmi di formazione mirati per le future imprenditrici e progetti congiunti di innovazione, sostenibilità e internazionalizzazione che possano supportare le nostre imprenditrici nelle sfide della globalizzazione e della competitività.
Dall’altro, ConfapiD è impegnata nel promuovere iniziative di orientamento in collaborazione con gli istituti scolastici superiori, con l’obiettivo di avvicinare le studentesse alle materie STEM e di sensibilizzare le nuove generazioni sulla cultura imprenditoriale, sull’importanza di concepire l’azienda come un modello sociale ed economico inclusivo e stimolante, senza differenze di genere. Questo per favorire la parità di genere ma anche la formazione di una nuova generazione di donne imprenditrici consapevoli e preparate.
Casi di successo: condivideresti con noi un esempio virtuoso dalla vostra community che unisce imprenditoria femminile e impatto positivo?
La prima è quella di Daniela Ciacci, CFO di A.T. Metalli S.r.l., realtà con sede ad Ancona che opera in un settore tecnico-industriale ad alta specializzazione, storicamente dominato dalla presenza maschile. La sua guida femminile ha saputo imprimere un nuovo approccio organizzativo e culturale all’interno dell’azienda, promuovendo progetti evolutivi che mettono al centro il benessere e la valorizzazione dei talenti, generando un contesto capace di attrarre nuove competenze e stimolare un ambiente di lavoro più dinamico, inclusivo e intergenerazionale. Un’attenzione particolare viene dedicata anche alla trasmissione dei valori imprenditoriali alle nuove generazioni, con un coinvolgimento attivo e consapevole in contesti internazionali e associativi.
La seconda storia è quella di Isabella Bodino, fondatrice di MIRYA®, brand dedicato al benessere e all’empowerment femminile. Con una visione che unisce saperi antichi e tecnologie contemporanee, MIRYA® sviluppa strumenti e percorsi per accompagnare le donne in un cammino di consapevolezza, fiducia e armonia con sé stesse. Tra i progetti più significativi, una linea dedicata alle ragazze che vivono la prima mestruazione, con l’obiettivo di trasformare questo passaggio, ancora oggi vissuto con poche conoscenze e profondo imbarazzo, in un momento di conoscenza, forza e connessione con il proprio corpo.
Due esempi di imprenditoria femminile che non solo innovano nei rispettivi ambiti, ma contribuiscono a ridefinire cosa significhi fare impresa oggi, generando valore per la società a partire dalla persona.
Poco fa ti sei definita un’imprenditrice visionaria. Cosa significa, per te, esserlo oggi? Quali caratteristiche sono indispensabili?
Essere visionaria, per un’imprenditrice, significa — almeno per me — avere la capacità di guardare al futuro con fiducia e intuito, nutrito da competenze, conoscenza ed esperienza. È come abitare uno spazio sospeso tra terra e cielo, con radici ben piantate e pensieri nuovi. Vedere oltre l’orizzonte e immaginare un futuro imprenditoriale innovativo è, a mio avviso, uno degli aspetti fondamentali di una visione imprenditoriale autentica.
Servono audacia e la capacità di trasformare visioni astratte in realtà concrete. Serve sentirsi in grado di ispirare e motivare gli altri con la propria passione e convinzione. Inoltre, è necessaria — oggi più che mai — un’altra qualità non facile da coltivare: l’orientamento al lungo termine, accompagnato dalla disponibilità ad assumersi rischi significativi per raggiungere i propri obiettivi, sia nella vita personale che nel business.
Un orientamento che guida anche la tua spinta al cambiamento e il tuo impegno in ConfapiD, per il mondo imprenditoriale al femminile.
Anche questo fa parte della “visione”: credere e vedere come possibile il superamento di quei limiti che troppo spesso ci vengono imposti. Non mi illudo che sia facile. Ogni giorno ci troviamo di fronte a nuove difficoltà e fattori culturali profondamente radicati continuano a condizionarci. Ma questo deve diventare un impegno quotidiano per tutte noi!
Brigitte Sardo
Brigitte Sardo è CEO di Sargomma Srl Società Benefit, azienda di famiglia fondata a Torino nel 1981, specializzata nella produzione di componenti in gomma. Determinata e open minded, riveste varie cariche istituzionali: Presidente CONFAPID (gruppo nazionale delle donne imprenditrici di Confapi), Presidente CIF (Comitato per l’Imprenditoria Femminile della CCIAA di Torino), membro del WCF Women's Council, membro dell’EU Trade Champions Network della Commissione Europea, membro della Fondazione Ricerca Molinette Onlus, membro esterno del Comitato Pari Opportunità del CNEL, promuove l'empowerment femminile in ambito imprenditoriale e si batte per l’implementazione della parità di genere.
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